Proteggere la propria casa dai ladri è diventata una delle esigenze prioritarie di chi ha un appartamento o di chi vive in una villa. C’è chi si dota di un sistema di allarme, chi preferisce affidarsi alla vigilanza privata, chi invece provvede a installare una telecamera sulla porta di casa. Infine c’è anche chi, per stare più sicuro, adotta tutti e tre i sistemi.
Sicuramente la videosorveglianza a circuito chiuso – ossia la telecamera puntata sul pianerottolo, con l’occhio rivolto all’uscio della propria dimora – è il sistema più economico, ma a volte anche quello maggiormente efficace. Ma fino a dove ci si può spingere per non violare la privacy altrui? Cosa può contestarci il vicino di casa che si senta spiato dall’obiettivo dell’impianto video? Per installare una telecamera sulla porta di casa è necessario chiedere l’autorizzazione al condominio o si può procedere autonomamente? E, in ogni caso, bisogna affiggere un cartello con l’esplicito avviso circa la presenza della videosorveglianza?
Cerchiamo di fare il punto della situazione.
Le norme che regolano l’installazione di telecamere di videosorveglianza sono diverse a seconda che, a munirsi dell’impianto, sia il proprietario dell’appartamento (che, pertanto, agisce solo a tutela della propria abitazione) o l’intero condominio (che, invece, agisce per tutelare le parti comuni come il garage, l’androne, le scale, ecc.). Se per quest’ultimo, infatti, è innanzitutto necessario acquisire il consenso dell’assemblea dei condomini (con la maggioranza degli intervenuti che rappresentino almeno la metà del valore dell’edificio) e segnalare la presenza della telecamera con l’apposito cartello. Tali obblighi non sussistono quando a installare la telecamera sulla porta di casa è il singolo condomino.
L’unico limite che incontra il proprietario di casa che monta una telecamera sul pianerottolo, in direzione dell’entrata del proprio appartamento, è di evitare che le riprese video possano finire sulle parti dell’edificio di proprietà altrui in modo che l’occhio dell’obiettivo non finisca in prossimità dello zerbino del dirimpettaio, il quale potrebbe altrimenti contestare la lesione della propria privacy e arrivare, addirittura, a querelare il vicino per il reato di interferenze illecite nella vita privata . Insomma, la parola d’ordine è: limitare il raggio di azione della telecamera in modo che questa non si risolva in un espediente per controllare cosa fanno gli altri condomini. La ripresa di aree altrui non è ammessa nemmeno nel caso in cui lo scopo di tale installazione sia la propria sicurezza.
In sintesi, le condizioni per installare una telecamera sulla porta di casa sono:
- finalità di sicurezza: il proprietario deve agire solo con lo scopo di tutelare la propria casa;
- proporzione: la telecamera deve riprendere solo gli spazi di proprietà del proprietario dell’appartamento e non deve sconfinare negli spazi comuni dell’edificio o in quelli di proprietà di altri condomini. Quando l’installazione dell’impianto video non è effettuata dal condominio ma dal singolo proprietario allo scopo di sorvegliare il proprio appartamento, se le immagini non vengono comunicate a terzi né diffuse, la questione non rientra tra quelle regolate dal Codice sulla privacy. Pertanto non c’è bisogno di apporre il cartello.Note :[1] Art. 615-bis cod. pen.
- Non è necessaria l’autorizzazione dell’assemblea condominiale e non deve comunicare i lavori all’amministratore di condominio ,ma l’unico obbligo è quello di informare gli altri condomini vicini . (Cass. Pen. 44156/2008). PER UN PREVENTIVO E UN SOPRALLUOGO GRATUITO NON TI RESTA CHE CONTATTARCI .